venerdì 20 giugno 2008

Questione di dettagli

Bene, il più è fatto!
Adesso dobbiamo rifinire il pezzo. Attenzione non è un di più! E'la fase in cui il soldatino prende la sua completa forma finale. E' qui che si decide se è un bel pezzo o una immonda porcheria. Quindi, prendetevi tutto il tempo che ci vuole, occhi aperti, e pennelli sottili!

Dobbiamo lavorare sul nero del cappello, delle giberne e delle scarpe. Di solito si usa il nero opaco, ma se preferite il soldato appena uscito dalla caserma, pulito e stirato, preferite pure un nero semilucido (mai il lucido, però!). Pennello 0. Si può anche illuminare leggermente con un grigio scuro, ma non in questo caso, dove le superfici sono abbastanza ridotte.
Il cappello ha un gallone: bianco per la trupa, oro per gli ufficiali, giallo per i sottufficiali.
Tutte le scarpe hanno una fibia (mix acciaio e argento). Le giberne dei granatieri sono azzurre con una placca in ottone.

Buffetterie: in questo caso sono beige. Usate il terra scura di fondo e ritoccate con un mix di terra scura e beige, magari con un colpetto di luce finale con il beige puro.

Armi: la parte in legno dei fucili può avere varie sfumature di legno, dal marrone scuro al terra di Siena. A vostro gusto. La parte metallica, comprese le baionette, in Gun metal, o Acciaio metallizato, con colpi di luce con argento puro. Stessa cosa per le spade, con l'elsa in ottone, e per le punte delle picche.
La parte in legno delle picche, in questo periodo, spesso veniva dipinta in colori diversi da ciascun battaglione. Così le potrete fare nere, marroni, rosse, però, mi raccomando , nello stesso battaglione tutte uguali.
Il fodero della spada è nero semilucido con puntale in acciaio+argento.

Il tamburino ha galloni bianchi al petto, alle braccia, ai polsini ed al colletto: qui vi serve almeno un pennello 00. La pelle del tamburo è beige, la cassa ha fiamme marroni e grigie con cerchi in legno chiaro e tiranti bianchi.
L'Ufficiale ha galloni in oro al cappello, ai polsini, al bordo della giacca e delle tasche, oltre alla gorgiera, in ottone o oro.


Raffinatezze: il granatiere è ferito e dalla benda si vede il sangue: è secco, per cui usate del rosso scuro!


E' finita? Certo che no! Cos'è un'unità militare senza la bandiera?
Alla prossima!!!




lunedì 16 giugno 2008

Maledetto giallo!

Come ho già scritto in pasato, il giallo è sempre stato la mia dannazione. Il pigmento giallo ha veramente una scarsissima capacità coprente e, soprattutto se si utilizza una base nera come fondo, questa tenderà sempre ad emergere. I colori Vallejo, da questo punto si vista, sono un pò troppo trasparenti, per i miei gusti.
Ho provato parecchi sistemi e parecchie marche di colori acrilici, ma alla fine, ho adottato questa procedura:
Prima mano. Terra di Siena Naturale Polycolor della Maimeri (161), che è molto coprente e fornisce una buona mano di contrasto di fondo.
Seconda mano. Un bel giallo vivo, forse anche più forte del necessario; in questo caso ho utilizzato un Golden yellow (159) della Coat d'arms.


Terza mano. Le luci alte: un mix 40% di giallo (quello usato per la seconda mano) e 60% di Beige (70917) della Vallejo. Il colore dev'essere molto chiaro. La resa è ottima e la copertura è totale!

giovedì 12 giugno 2008

Blu notte o azzurro cielo?

Quando dobbiamo dipingere le uniformi antiche, spesso siamo presi dal dubbio del reale colore che quelle uniformi avevano. Un classico è il blu dei francesi napoleonici. Chi li fa blu notte, chi blu elettrico, chi azzurro cielo. Ma non esiste un modello unico, reale? Pare proprio di no, e più si va indietro con il tempo e peggio è. I migliori manuali di solito parlano di colori generici, come, appunto , "blu", che vuole dire tutto e niente.
Visto che stiamo preperando un battaglione svedese del '700 parliamo dunque del blu e del giallo, colori predominanti nelle uniformi di quel Paese. In realtà credo nessuno sappia esattamente quale era veramente il punto di blu (o di giallo) di quelle uniformi, perchè, essenzialmente, non esisteva un colore "fisso"; poichè le uniformi di ciascun unità venivano confezionate da sartorie locali e spesso pagate direttamente dai comandanti delle unità stesse, veniva usato il panno che si trovava al momento là dove le uniformi venivano cucite.
Nel corso delle campagne, poi, il panno si usurava, si macchiava, si stingeva e quindi assumeva colori diversi per ciascuna unità a seconda del suo curriculum.
E questo, direbbe il saggio, per noi è un bene o un male? Ambedue, risponderei. E' un male perchè non potremo mai replicare esattamente il colore delle uniformi, è un bene perchè potremo sbagliare la tonalità senza che nessuno ce lo possa mai contestare (però non dipingete gli svedesi in rosso!).


Allora, sulla base delle tavole uniformologiche e delle foto di renactors che si trovano in rete o su uniformi che si trovano nei musei, cominciamo a dipingere la giacca blu delle fanterie svedesi.
Il sistema è quello di stendere prima il colore più scuro e poi, a sovrapporre, strati di colore sempre più chiaro sulle parti in rilievo. Qualche volta, l'ultima mano può essere anche molto più chiara del colore reale e serve a far risaltare i punti molto in luce o molto usurati dell'uniforme, come i gomiti o le ginocchia.
In alcuni casi si può, dopo la prima mano, effettuare un "lavaggio" con un inchiostro più scuro (nero o marrone, a seconda del colore di fondo) per scurire le zone più depresse.

Prima mano: Blu di Prussia (965).











Seconda mano: lavaggio con Patina nera(70855)
















Terza mano: Blu intenso (925) da applicare solo sulle pieghe in rilievo
















Quarta mano: miscela di blu intenso (75%) e azzurro profondo (844) (25%) da applicare solo sui punti molto in luce (spalle, apici delle pieghe)






FATTO!








Sotto la giacca, in precedenza, era stato dipinto il giustacuore in pelle di renna: colore di base Terra oscura (70874), lavaggio con patina marrone, luci con mix di terra oscura e marrone chiaro (929).

mercoledì 11 giugno 2008

Cominciamo a dipingere

Bene, allora, i pezzi sono pronti, lavati e con la mano di fondo, i colori e i pennelli sono pronti, via è ora di iniziare a dipingere le miniature, finalmente.

Ancora una piccola premessa: se pensate che dipingere un soldatino significhi colorarlo come si faceva con i disegni dell'asilo, riempiendo gli spazi con un colore uniforme corrispondente in linea di massima a quello reale, accontendandosi della macchia di colore che ne deriva, beh, allora, quello che sto per scrivere non vi interessa. Dipingere un soldatino significa ricreare anche le sfumature del volto, il panneggio degli abiti il luccichio delle armi. Per ognuno di questi aspetti esiste una tecnica, a volte complessa, a volte semplice ma efficace, che nel loro complesso fanno sì che il soldatino non sia solo un pupazzetto colorato, ma una piccola opera d'arte, che tende a ricreare la realtà. In queste righe riporteremo la nostra esperienza di pittura, anche di lunghi anni di sperimentazione. La pittura dei soldatini, così come quella su tela o di acquarelli richiede pazienza, sperimentazione, passione e tempo. Come si dice: nessuno nasce "imparato"!
Vedrete che con l'esperienza riuscirete a realizzare qualcosa di cui essere veramente soddisfatti. Sennò, trovate qualcuno che ve li dipinge!

La foto a destra ritrae alla perfezione quello che intendo dire: dipingere così male dei pezzi Zvezda è veramente impresa difficile, ma qualcuno ci riesce ed è anche così orgoglioso da mettere la foto on line.

(Scusate, ma sulla pittura dei soldatini sono spesso piuttosto intollerante!)

Cosa si dipinge per primo: bisogna iniziare a "vestire" il soldatino, iniziando dalla pelle, passando alla camicia , ai pantaloni, alla giacca, ai pantaloni, alle ghette, alle scarpe e al cappello. Infine si faranno le buffetterie, i bottoni, le spalline, le medaglie, le armi e le bandiere.

Per facilitare il discorso, a fianco del colore inserirò il numero di codice del corrispondete flacone Vallejo (io uso quelli). Non dovreste comunque avere grossi problemi a riconoscere il colore anche in altre marche.

Quindi, iniziamo con la pelle e, in particolare con il viso. La prima mano dev'essere con un color carne: alcuni preferisono il carne opaca (70955) ma io, dopo lunga riflessione, sono recentemente passato al carne medio (70860). E' un pò meno pallido e copre meglio la base nera.

Quando la pittura è asciutta, effettuate un lavaggio con patina marrone (854), allungata con poca acqua. Inizialmente la mano sembrerà troppo pesante ma lasciate asciugare e questo è il risultato.

Siccome sembra un pò troppo abbronzato (!!!) è il caso di schiarire un pò, con una miscela dei due colori carne di cui sopra (50% e 50%), le parti del viso che ricevono più luce e cioè naso, mento, guance e , dove esposta, la fronte. facciamo attenzione a lasciare più scure le seguenti parti: attaccatura dei capelli, orbite, sotto il naso e sotto il labbro inferiore, lati del naso, sotto il mento.

Vivacizzare le gote aggiungendo a questa mistura pochissimo scarlatto (817), con il quale dipingeremo anche il labbro inferiore (solo quello, sennò sembrerà che il soldatino abbia messo il rossetto!).

Poi, con carne opaca pura, schiarire ancora il naso e la punta del mento. Questo è il risultato:

Per questa scala potremmo essere soddisfatti. Poi nella massa dei pezzi nessuno andrà a notare piccoli particolari, e l'effetto è notevole.
Tuttavia se volete ancora migliorare i pezzi, potreste aggiugere gli occhi come nell'ultima foto, o la barba incolta, aggiungendo un velo di nero sul mento. A voi la scelta!
Ah, dimenticavo: i capelli! Non fate tutti i soldatini di un battaglione con lo stesso colore di capelli, ma sbizzarritevi con nero, marrone in varie tinte e biondo (non giallo polenta, vi prego!).
Per le mani o gli arti nudi fate gli stessi passaggi per il viso, fermandovi anche al terzo stadio (ovvero: carne medio, lavaggio con patina marrone e mistura carne medio - carne opaca).



martedì 10 giugno 2008

Quali vernici, quali pennelli?

Prima di iniziare le fasi della pittura, per i meno esperti, una brevissima ricognizione su quale tipo di vernice utilizzare. Dopo millenni di pittura di soldatini, ed innumerevoli prove con quasi tutti i tipi di vernice (mi manca solo la pittura ad olio, ma per i principianti e per questa scala, possiamo escluderli tranquillamente....), vi "offro" due soli tipi e marche: smalti Humbrol o acrilici Vallejo.

I primi, una volta molto diffusi ed utilizzati, sono un pò passati di moda. Hanno un'ottima copertura, il che vuol dire che, generalmente basta una sola mano (sempre a parte il giallo!) e buona tenuta. Gli svantaggi però, a mio parere, sono molteplici. Alcuni colori chiari, come il bianco, tendono ad ingiallire con il tempo, la miscela tra i diversi colori è più complicata, alcune operazioni come il lavaggio o il brushing sono più difficoltose, il diluente che viene usato anche per lavare i pennelli li "mangia" letteralmente (i pennelli non durano niente), i barattolini si seccano in maniera deprimente. Alcuni colori metallici restano comunque insuperabili.

Al contrario i colori acrilici si diluiscono in acqua, le miscele sono facilmente "controllabili", i pennelli durano a lungo e i flaconcini non si seccano mai! Inoltre la gamma di colori è praticamente infinita e include anche alcuni colori fatti appositamente per i "lavaggi" (sull'etichetta sono indicati come patina in spagnolo o glaze in inglese, in italiano spesso sono noti come inchiostri). Infine, i pennelli si lavano in acqua e durano moooolto di più.

Per alcune tinte, usate più frequentemente, come il bianco, il nero, o il marrone, consiglio anche i barattoloni della Maimeri, molto economici (tra l'altro il giallo ocra è un'ottima base, molto coprente, per le successive applicazione di gialli più chiari).

Quali colori acquistare, per iniziare. Dipende molto dall'esercito che volete fare: comunque, in linea di massima direi che non vi possono mancare bianco, nero, blu intenso, marrone, ocra, giallo, rosso vermiglio, giallo limone, verde medio, color carne medio, più una patina marrone, per sfumare viso e mani. Tutti gli altri colori (anche alcuni di questi, in realtà) possono essere ottenuti dalla miscela dei tre colori base (ovvero Cyan, magenta e giallo) ma troverete mooooolto più pratico disporre direttament del colore già fatto. Siccome gli acrilici, come ho già spiegato, seccano molto difficilmente, con il passare del tempo, acquistando anche pochi flaconi alla volta, vi troverete in possesso di una grande gamma di tinte. Per la pittura dei cavalli sarà necessario disporre di altri colori dei quali parleremo a tempo debito.

Pennelli: come dimensioni consiglio di avere pennelli 2, 1, 0, 00, e 000, in ordine decrescente di dimensioni. Può far comodo anche un pennello più grande (ma più economico) per dipingere superfici più ampie, come le basette, o per dare le mani di fondo o il protettivo finale. Comprate i pennelli nei negozi di belle arti: li pagate un pò di più ma vale la pena, perchè durano molto di più. Claudio garantisce che la serie 7 della Windsor & Newton funziona benissimo e dura in eterno (io personalmente ne uso una scatola per gli acquarelli da oltre 10 anni e i pennelli non hanno ancora perso un solo pelo!)

domenica 8 giugno 2008

In fondo in fondo

Prima di applicare le vernici, qualsiasi tipo si scelga di utilizzare (smalti o acrilici), è molto opportuno dare ai pezzi due strati di preparazione. Questi strati sono molto importanti perchè:
  1. consentono una migliore presa alle vernici, che, così, non scivoleranno sulla plastica;
  2. rendono più flessibile le vernici, impedendo che si stacchino quando, per accidente i vostri bellissimi pezzi dipinti dovessero piegarsi in qualche loro parte. Chi, come me, ha cominciato tanti anni fa dipingendo con gli smalti Humbrol i soldatini Airfix sa benissimo che le baionette si scrostavano ogni volta che i pezzi venivano usati durante una partita. Con questo sisteme il problema è praticamente eliminato.
Prima mano: consiste in un lavaggio con colla vinilica (VINAVIL) allungata con acqua (la densità dev'essere come quella del latte) e data abbondantemente sul pezzo. Questa mano permette alle mani successive di vernice di attaccare meglio e rende le vernici più elastiche. E' possibile aggiungere alla miscela una goccia di vernice acrilica nera per controllare meglio che tutto il pezzo sia trattato a sufficienza.
Lasciare asciugare prima di applicare la .....

Seconda mano: qui i gusti sono diversi sia per il colore di fondo che per il tipo di vernice impiegata. Cominciamo dal tipo di vernice: spray o pennello, acrilico, smalto, ogni tipo di vernice va bene, basta che sia opaca. Per lo spray pare che il migliore sia quello della Citadel (Skull white - bianco- o Chaos Blak - nero, entrambi "Primer") solo che costano parecchio. Per quello che serve, va benissimo qualsiasi marca di vernice spray acquistabile dal Ferramenta: magari preferite quello a base acrilica che asciuga in fretta. Ricordate sempre di agitare parecchio la bomboletta subito prima dell'uso altrimenti la vernice resterà lucida. E ricordate anche di usarla all'aperto o almeno sul davanzale della finestra, pena l'intossicazione e gli strilli di mogli, mamme, etc....
Se decidete di procedere a pennello, Arcangelo vi suggerisce di usare il nero della Tamiya, che ha base alcolica. Pare secchi in fretta e sia resistentissimo agli eventuali "maltrattamenti".

E passiamo al colore di fondo. Nero, bianco o grigio, questo è il problema.
Vediamo gli svantaggi ed i vantaggi. Il bianco ed il grigio rendono il colore finale del pezzo più chiaro e brillante. Soprattutto se la dominante del pezzo è in colori chiari, come, appunto, il bianco o il giallo (maledetto giallo, non copre mai abbastanza e bisogna darne più mani), ma anche il rosso, anche la verniciatura è avvantaggiata perchè basta dare una sola mano. Lo svantaggio sta nel fatto che, se non completamente coperta, la mano di fondo tende a balzare fastidiosamente fuori, mettendo in luce anche le parti che dovrebbero trovarsi in ombra e facendo capoccella nei punti più improbabili con micromacchiette di bianco che sono ahimè visibilissime.
Viceversa il nero, anche quando non viene coperto completamente (sempre a patto che sia opaco, altrimenti è peggio del bianco) fa sembrare in ombra le zone non dipinte migliorando la resa finale e rendendo più rapida la pittura. Tuttavia, il nero tende ad assorbire la luminosità dei colori che vi vengono sovrapposti tanto che, alcuni casi è necessario dare più di una mano dello stesso colore, soprattutto se si usano colori acrilici, che per loro natura sono piuttosto trasparenti.

A voi la scelta...

giovedì 5 giugno 2008

Una piccola modifica...

Come anticipato, è possibile effettuare qualche piccola modifica alle miniature utilizzando semplici attrezzi. Nel nostro caso, la scatola dei fanti svedesi della Zvezda, ma anche quella della Strelets, offre pochissime figure di picchieri, che, invece, in questo periodo erano ancora presenti nei battaglioni di fanteria. Inoltre, ciascuna scatola contiene un solo portabandiera, quando ogni battaglione aveva più bandiere (e, in ogni caso, con una scatola si realizzano almeno due battaglioni...). Dunque, ci serve convertire qualche figura armata di moschetto in un picchiere/portabandiera. Sceglieremo una figura che abbia una posa adatta a reggere una picca/bandiera.

A questo punto, con un cutter molto ben affilato taglieremo via il moschetto, sempre facendo attenzione a non rovinare la figura. Poi taglieremo un pò il braccio sinistro in modo da distaccarlo dal corpo almeno fino alla metà dell'avanbraccio.

Adesso ci serve una picca/asta di bandiera. Io utilizzo un tondino in ottone di diametro adeguato (non saprei essere più preciso, in questo momento, basta che non sia nè troppo sottile, nè troppo grosso) che si trova nei negozi di modellismo, tagliato a misura con pinze o cesoie.

Una volta tagliato, reggendolo per un'estremità con un pezzetto di carta, per non scottarvi, tenetelo su una fiamma (sì, va bene anche quella del gas...) per pochissimi secondi. Facendo sempre molta attenzione avvicinatelo alla figura e mettetelo nella posizione scelta.

Attenzione! Questo è il momento più delicato!
Se il tondino è troppo caldo rischiate di sciogliere tutto il soldatino. Fate prima delle prove con un pezzo di sprue, per regolarvi sulla giusta temperatura.

Appena in posizione, mettete tutto sotto il getto dell'acqua per un secondo ed eventualmente rimuovete la plastica disciolta di troppo che dovesse accumularsi intorno al tondino.

Voilà, la modifica è conclusa! Se vi serve un picchiere va bene così, se sarà un portabandiera, alla fine della fase di pittura potrete applicare una bandiera (ci vediamo lì, più tardi).

(Sì, lo so, per essere proprio precisi avrei dovuto togliere anche la bandoliera che regge la cartuccera e la cartuccera stessa, ma si rischiava di rovinare troppo il soldatino, quindi, non fateci troppo caso...)

mercoledì 4 giugno 2008

Andiamo a incominciare...

Finalmente! Abbiamo comprato qualche scatola ed è ora di metterci al lavoro. Visto che il blog è destinato essenzialmente a chi comincia ora ad occuparsi di wargame, mi pare giusto dare un pò di informazioni su quella che per molti è una fase essenziale del divertimento, ovvero la pittura delle miniature (per altri è solo una fase ammorbante o costosa, dato che si fanno dipingere i pezzi da qualcun altro: se siete tra coloro, arrivederci, fatevi rivedere tra qualche tempo, quando noi avremo finito di dipingere).

Innanzitutto dobbiamo lavare le miniature per eliminare i grassi e lo sporco rimasti dalle operazione di fusione. Ciò permetteràa alle vernici di aderire meglio al fondo. La cosa migliore da fare è lasciare l'intero sprue, senza staccare le singole figure, a mollo in una bacinella piena d'acqua con detersivo sgrassante, tipo quello per i piatti. Dopo qualche ora strofinare con uno spazzolino come quelli per le unghie ed il gioco è fatto.Uno sprue con le figure ancora attaccate ma già lavate

Una volta asciugati i pezzi potranno essere staccati dallo sprue e ripuliti dalle eventuali sbavature utilizzando un cutter o una lametta. Fate attenzione a non tagliarvi ed a non tagliare parti del pezzo. A questo punto è opportuno fare le piccole motifiche ai pezzi che ritenete necessari (ma di questo argomento ci occuperemo in seguito). Ora o mai più, perchè poi i pezzi saranno difficili da maneggiare o saranno già stati dipinti.

Il passo successivo è quello che ci consentirà di dipingere i pezzi senza doverli toccare e ci permetterà di dipingerere molto più velocemente. Ci sono molti sistemi di questo tipo, realizati con materiali diversi ma il concetto è sempre lo stesso. Rimediate delle stanghette, di legno, di cartone, di metallo, di lunghezza intorno ai 20 cm e larghe 2-3 cm. Fatto ciò, incollate i soldatini, uno ogni 3 cm circa, con vinavil o colla cianoacrilica. (Personalmente, sconsiglio le stanghette di cartone perchè poi i pezzi sono difficili da staccare e, ogni volta, dovrete tagliare una stanghetta nuova: meglio utilizzare il legno...) A questo punto sarete in grado di prendere la barretta e dipingere i pezzi senza toccarli.


La prossima volta vedremo come dare una mano di "fondo" prima di iniziare a dipingere veramente...

martedì 3 giugno 2008

Lavorare in gruppo

Quando si pensa ad un progetto come questo, anche non grandissimo, è bene ragionare su un lavoro di gruppo. Perchè? I vantaggi sono evidenti e forse non li dovrei neppure ricordare, ma, per chi non c'è mai passato eccone alcuni:
  • Si dividono le spese
  • Si divide il lavoro di pittura
  • Si dividono le competenze: chi trova le informazioni, chi dipinge, chi studia il regolamento, chi realizza gli accessori storici,...
  • Si riducono i tempi di realizzazione del range, che si può così realizzare anche in tempi abbastanza brevi
  • Tutti sono coinvolti con il risultato che l'entusiasmo è costante e alla fine tutti sono attivamente coinvolti anche nel gioco (al contrario, talvolta, alcuni subiscono l'interesse di un solo giocatore che propone un particolare periodo e giocano solo per non deluderlo...annoiandosi a morte!). Inoltre, così, tutti sanno almeno di cosa si parla già alla prima partita...
Un solo suggerimento: fin dal principio si deve individuare un coordinatore, o capofila, se preferite, in grado di indirizzare ed ottimizzare gli sforzi degli altri partecipanti ed in grado di evitare, ad esempio, che tutti dipingano solo unità di svedesi (e poi, magari, manchino i russi) o che si facciano solo unità di elite perchè hanno le uniformi più belle o perchè sono più fiche.
In realtà non importa che un giocatore dipinga meglio di un altro, l'importante è che tutti siano ugualmente coinvolti.
Un altro suggerimento... magari il coordinatore potrebbe assicurarsi che le basette siano tutte uguali, magari assegnandone la realizzazione ad un unico giocatore. I pezzi possono anche essre dipinti in maniera diversa, ma la differenza tra le basette su un tavolo si vede subito!

Lavorare in gruppo serve anche, oltre che a socializzare e a rafforzare lo spirito associativo, a scambiare le esperienze, le conoscenze, le capacità: noi del Miles Gloriosus, ad esempio, quando c'è da realizzare un progetto particolare, organizziamo serate particolari nel corso delle quali non si gioca ma, tutti insieme, si dipingono i pezzi o si costruiscono elementi paesaggistici. Ognuno ha i propri trucchi per fare meglio le cose e così li mette in comune con gli altri...

lunedì 2 giugno 2008

Quanti pezzi ci servono, per cominciare?


E siamo arrivati al quanto… ovvero quanti soldatini ci servono per giocare una battaglia che abbia un minimo di divertimento?

Il regolamento che abbiamo scelto di seguire ci dice che un battaglione, unità tattica del gioco per la fanteria, è formato da 18 o 24 figure, ovvero sia formato da basette su sei figure ciascuna: in particolare, gli svedesi saranno su tre basette, delle quali 2 di moschettieri e 1, centrale, formata dai comandi (ufficiali, tamburi e portabandiera) e da tre picchieri, mentre i russi potranno essere su tre basette di soli moschettieri o su tre basette di moschettieri più una di picchieri. Anche per i russi la basetta centrale comprenderà i comandi.

La cavalleria, invece è sempre organizzata in squadroni: ciascuno squadrone è formato da due basette contenente ciascuna 3 figure. Gli squadroni possono essere raggruppati in reggimenti, ciascuno su circa 2 squadroni.

Le artiglierie sono su una basetta che contiene un modello di cannone e 2-4 figure, a seconda del calibro.

Leggendo gli ordini di battaglia della campagna del 1709 su uno dei volumi della Osprey, si nota come gli svedesi avessero brigate di fanteria su 4-5 battaglioni e brigate di cavalleria su 3-5 reggimenti (divisi in brigate di cavalleria di linea e di dragoni).

Per i russi, brigate di fanteria su 4-8 battaglioni, raggruppate in divisioni su 3-4 brigate, mentre la cavalleria era raggruppata in brigate di 3 reggimenti di dragoni o granatieri a cavallo.

Riassumendo: per gli svedesi, due brigate di fanteria = 8 battaglioni = 144 figure = 3,5 scatole circa (ogni scatola contiene 43-44 figure ciascuna). 2 reggimenti di cavalleria = 24 figure = 2 scatole (ciascuna scatola – STRELETS - ha 12 figure).

Per i russi: 3 brigate su 5 btg ciascuna (in media) per una media di 21 figure per ciascun btg. = 315 btg = 7 scatole. Per le cavallerie, stesso calcolo degli svedesi, quindi altre 2 scatole.

Aggiungiamo una scatola di artiglieria per parte.

In totale 17 scatole (per cominciare). Calcolando un costo medio di 9-10 euro per scatola, ci facciamo un range abbastanza completo con max 170 euro.

(Per l’inciso, con la stessa somma avremmo comprato circa 90 figure in 28 mm in piombo o 450 in 15 mm…).


Ovviamente questo è solo per cominciare: se la cosa ci piacerà nulla ci vieta di andare avanti e fare altre unità. La bellezza è che in queste guerre gli eserciti non erano particolarmente grandi e potremo comunque simulare battaglie realistiche anche con relativamente poche unità.